Se il marketing, nella sua accezione pura, viene riferito all’analisi e allo stimolo dei bisogni e degli interessi delle persone affinché si abbia un vantaggio competitivo sul mercato, perché non poter parlare di marketing anche in riferimento alla politica?

Il marketing elettorale

Quando parliamo di marketing lo facciamo pensando, tra le tante cose, a tutte le strategie poste in essere a livello comunicativo per esaltare le caratteristiche di un prodotto/servizio, elogiarne i pregi e smussarne, o perché no, celarne i difetti. Tutto viene fatto con un solo ed unico obiettivo: ottenere una transazione. Che nel nostro caso sarà, semplicemente, il consenso!

La trasposizione del medesimo discorso su un candidato in corsa per una campagna elettorale fa si che quest’ultimo venga presentato adeguatamente, con l’esaltazione di quelli che sono i suoi punti di forza ed il suo carisma, così come al contempo è necessario coltivare i punti deboli e trasformarli in risorse. Ma in questo caso, qual è il risultato sperato? Ovviamente la vittoria! Ovviamente tutto ciò dopo, come ogni processo di marketing che si rispetti, dettagliata analisi del mercato (politico in questo caso), competitor e target (elettore tipo).

Strutturare ed organizzare una campagna elettorale non è cosa da poco ma un elemento è certo: la figura del candidato risulta centrale nella promozione dell’idea e del messaggio che si vuole comunicare.

È per questo che bisogna parlare di marketing elettorale, proprio per comprendere come oggi anche la campagna elettorale ha bisogno di innestarsi nei sistemi moderni delle comunicazioni, in particolare con riferimento all’utilizzo dei social media. Tutto ciò con un ottimo team di consulenti di marketing politico.

Marketing politico, gli step fondamentali

Le campagne elettorali americane, a partire da quella di Barack Obama, ci insegnano che la cura degli strumenti di interconnessione social è il primo tassello per portare avanti una campagna elettorale di successo, creare consenso e coltivarlo sino al giorno delle votazioni.

Quali sono i tre passaggi fondamentali, pietre miliari di questo tipo di marketing? Cosa dovrebbe fare un buon consulente marketing?

DIFFERENZIAZIONE, creare elementi distintivi capaci di distinguerci dagli altri candidati in corsa. Scegliere un indirizzo preciso da dare alla tua campagna serve a dare una impostazione univoca e soprattutto diversa da quella dei tuoi avversari, che possa indurre l’elettore ad attribuire un qualsiasi elemento comunicativo proprio alla tua persona;

VISIBILITÀ, essere onnipresenti ma con astuzia. La presenza sui principali social network come Twitter, Facebook ed Instagram da sola non basta: bisogna creare contenuti tali da rendere il candidato ‘sempre sul pezzo’, come si suol dire, su di un determinato argomento;

COMUNICAZIONE EFFICACE, netta e sempre dritta al punto. I social sono visti dalla maggioranza degli utenti come uno strumento di svago, è per questo che bisogna attirare la loro attenzione con un linguaggio diretto ed accattivante, mai prolisso ed inutilmente tecnico. Si finirebbe per annoiare, oltre a non fornire un approccio positivo a chi ci segue.

Anche se tutto quanto appena esposto potrebbe sembrarti semplice a parole, nella realtà si trasforma in qualcosa di più. Bisogna tenere in considerazione tanti aspetti di una campagna elettorale, curarla in ogni minimo dettaglio e solo un professionista del settore, esperto di comunicazione politica può fare tutto ciò. Insomma, un lavoro arduo per il consulente di marketing politico.

Sono finiti (o quasi) i tempi delle campagne elettorali fatte per strada e nelle piazze, nell’era del digitale è importante utilizzare strumenti che stiano al passo coi tempi. Questi, infatti, sono gli unici in grado di garantire il risultato tanto atteso della vittoria. Allora, cosa aspetti?

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