Le Elezioni Europee, banco di prova importante per la tenuta del Governo e del relativo contratto, volgono al termine lasciandoci come sempre vincitori e vinti, ma anche una valutazione complessiva sull’operato Giallo/Verde degli ultimi 12 mesi da parte degli italiani.

Il quadro disegnatosi è stato subito preso d’assalto dagli analisti politici e anche noi ci siamo dilettati nell’approfondire i risultati con un’analisi del voto, ma da un punto di vista leggermente diverso, non politico, ma bensì tecnico.

Ad urne chiuse, sono quindi i numeri a parlare: la Lega è il primo partito in Italia e Matteo Salvini ha preso una formazione politica di poco sopra la soglia di sbarramento e l’ha portata in soli 5 anni a governare il Paese.

Come è stata possibile una scalata del genere? Sicuramente un sapiente utilizzo delle piattaforme social e di tutti gli strumenti digitali, ha permesso al leader padano di intrufolarsi nelle conversazioni degli elettori, convincendoli con il suo messaggio elettorale. È bene dirlo subito: Salvini e il suo team hanno compiuto un vero capolavoro di marketing e comunicazione, riposizionando un partito prima nella nella mente dei cittadini, e poi anche sulla vetta del panorama politico italiano fagocitando buona parte dell’elettorato di chi, solo pochi anni fa, aveva mostrato a tutti gli altri partiti cosa significasse riposizionare la concorrenza (leggasi M5S).

Ecco quindi i risultato delle elezioni, suddiviso per partiti:

  • La Lega balza dal 17,6% al 34,34%, guadagnando un + 16,7%;
  • Il Movimento 5 Stelle passa dal 32,3% al 17%, perdendo ben il 15,3%;
  • Il Partito Democratico passa dal 18,8% al 22,7%, guadagnando, quindi, quasi un 4;
  • Forza Italia passa dal 14% all’8,7%, perdendo quindi il 5,3;
  • Infine Fratelli d’Italia, passa dal 4,35% al 6,47%, conquistando un + 2,1 %;

N.B. Le variazioni sono calcolate partendo dal dato delle ultime elezioni politiche nazionali. Tutti gli altri partiti restano fuori non raggiungendo la soglia di sbarramento.

Ora, dopo aver inquadrato la situazione elettorale complessiva, è utile – ai fini dell’indagine che vogliamo compiere – avere anche sott’occhio la distribuzione del voto ai singoli partiti per fasce d’età (immagine sotto, fonte Istituto Ixè)

Di seguito, invece, una classifica per budget speso negli ultimi 60 giorni da leader e partiti politici sui Social Media, dati reperibili grazie alla Libreria Inserzioni di Facebook, uno strumento introdotto per garantire la trasparenza delle inserzioni sulla piattaforma proprio in vista delle elezioni.

N.B. In questo calcolo sono stati presi in considerazione unicamente i budget spesi negli ultimi 60 giorni dai leader politici dei partiti e dalla relative pagine nazionali, non sono incluse pagine Facebook territoriali e dei singoli candidati.

  1. Silvio Berlusconi (pagina ufficiale) 93858 euro. Forza Italia (pagina ufficiale) 44 045 euro. Totale: 137 903 euro.
  2. Partito Democatico (pagina ufficiale): 130.299 euro; Nicola Zingaretti (pagina ufficiale): 1.417 euro. Totale: 131.716 euro.
  3. Salvini  (pagina ufficiale) 128.782 euro. Mentre la pagina ufficiale della Lega non ha investito budget.
  4. Fratelli d’Italia (pagina ufficiale) 31.407 euro. Giorgia Meloni (pagina ufficiale) 35 616 euro. Totale: 67.023 euro.
  5. M5s (pagina ufficiale) Totale: 48.293 euro.

Infine per poter interpretare correttamente questi dati ai fini della nostra analisi è importante conoscere lo scenario digitale italiano all’interno dell’ecosistema Facebook, dove la fascia d’età 25-34 risulta essere la più presente, seguita da quella 35-44. (fonte dati Report Digital 2019 di WeAreSocial e HootSuite) 

Chiarito anche questo è il tempo di buttare giù qualche considerazione.

Assodato che le campagne elettorali sono, spesso in larga parte, condotte anche offline, dal porta a porta alla pubblicità classica cartacea, dalla tv ai passaggi radio; non è possibile rapportare il risultato elettorale unicamente al budget pubblicitario usato per i media digitali, a maggior ragione se in questa analisi abbiamo a disposizione dei valori parziali, espressione del solo universo associato a Facebook. Ad ogni modo è comunque possibile trarne informazioni interessanti: Berlusconi e Forza Italia spendono più di tutti sui Social perdendo, in termini percentuali, quasi il 5% e 2.258.000 voti rispetto alle politiche di 1 anno fa; Il Partito Democratico è il secondo per spesa e guadagna un quasi 4% perdendo, però, 121.000 voti sempre rispetto alle politiche di 1 anno fa e si può notare come il minor numero di voti il Partito Democratico li abbia presi proprio in quelle fasce d’età che rappresentano, demograficamente, la popolazione che fruisce maggiormente della piattaforma, suggerendo una scarsa efficacia/penetrazione del messaggio politico-pubblicitario del partito di Zingaretti. Matteo Salvini, terzo per budget investito sui social, guadagna oltre 3 milioni di voti ed un + 17% che si distribuisce, per lo più uniformemente, tra tutte le fasce d’età evidenziando come il budget, evidentemente non solo quello riservato ai media digitali, sia stato speso in maniera quantomeno efficace rispetto agli altri partiti. Il Movimento 5 Stelle spende meno di tutti, perdendo un 17% dei voti ed oltre 6 milioni di voti, complice quanto detto in precedenza. Infine Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia arrivano quarti per spesa conquistando circa il 2% e quasi 300mila voti rispetto a Marzo 2018, plausibilmente il miglior risultato ottenibile da parte di chi non è altro che la copia sbiadita del leader di mercato, pardon, leader politico più influente di queste elezioni.

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